Il percorso di Villa Sgariglia

‘‘Visitare, stare, passeggiare in un giardino è una delle più gradevoli sensazioni "artistiche" che si possano provare’’
(Paolo Pejrone, In giardino non si è mai soli, 2002)

Villa Sgariglia è una delle più particolari ed ammirate ville delle Marche. Fu fatta costruire a metà del 1700 per celebrare il titolo di marchesi ricevuto dalla famiglia Sgariglia di Ascoli da papa Benedetto XIV. Sorge sul colle dove si trovava l’antico castello d’Ischia, una rocca che faceva parte di un sistema di edifici posti a difesa del territorio. Il castrum fu poi venduto alla chiesa fermana intorno al 1030 per poi divenire un convento fortificato domenicano nel 1400. Il progetto della villa e del suo giardino venne affidato a Lazzaro Giosafatti ed alla sua scuola, che lo portarono a termine secondo i voleri della famiglia risolvendo problemi tecnici e trasferendo nell’opera la propria sapienza costruttiva e adattandola alla cultura del tempo.

Il giardino terrazzato, coltivato ad agrumi, é un tipico esempio di fusione tra i canoni tipici dell’arte topiaria italiana, l’influsso rinascimentale, la spinta culturale dell’Illuminismo e la valorizzazione del microclima tipico dell’area compresa tra Grottammare e Massignano. Il giardino si apre ai visitatori come un gioiello svelato dalla luce che arriva dall’ingresso, orientato verso il mare, e contrasta con il bosco alle sue spalle: la luce della scienza e della sapienza, contro il buio dell’oscurità e dell’ignoranza. Il piano terra è arricchito da obelischi, urne, statue della dea Cupra e cancelli di ferro battuto. Nell’idea di Giosafatti il giardino rappresenta un teatro verde, dove il centro dello spettacolo è la fontana lobata con i suoi giochi d’acqua. I terrazzamenti che lo circondano sono allo stesso tempo muri di contenimento della collina e loggioni per gli ideali spettatori. Il percorso ideato dall’architetto invita il visitatore a passeggiare salendo di livello in livello, godendo così di viste panoramiche che cambiano in continuazione, uno scenario in dinamico movimento che permette di ammirare la ricchezza botanica, la campagna marchigiana, la costa adriatica, gli alberi secolari, le insegne della famiglia.

Area accoglienza

Inizia il percorso all’interno di Villa Sgariglia: uno dei più interessanti esempi di giardino settecentesco della regione e di sapiente disposizione del suo corredo vegetale.

Gli agrumi

Gli agrumi sono una particolarità della zona costiera tra Grottammare e Massignano, una coltivazione aiutata da un microclima favorevole. Tipici della zona sono l’arancio biondo del Piceno e il limone pane.

L'ingresso nel teatro verde

Lazzaro Giosafatti progetta il giardino seguendo diverse direttrici. La prima è costruire modellando l’opera, seguendo le balze della collina, a terrazze, e rispettando i resti del vecchio convento domenicano.

Il Giardino

Un unicum tra le ville patrizie italiane. Limitato a nord, verso il bosco, da una fontana in travertino con ninfee bianche è chiuso da muri in laterizio che lo separano dal buio, dal mistero e dalla paura.

Il teatro verde

L’idea di Giosafatti è stata quella di costruire un teatro scenografico su diversi livelli. Il palco è rappresentato dalla fontana lobata e dai giochi d’acqua.

La scenografia verde

Salendo lungo il pendio dal profilo dell’orizzonte cresce alla vista il confine del mare, che diventa quinta teatrale prevalente. Sul cancello che porta alla campagna lo stemma dei Cavalieri di Malta. Nel ballatoio sopra la fontana si aprono due finestre che inquadrano due scorci della campagna marchigiana.

Il terrazzamento superiore

Il terrazzamento superiore permette di ammirare dall’alto le geometrie del giardino all’italiana sottostante e di osservare la torretta soprastante. Il punto di osservazione permetteva di avvistare le possibili incursioni saracene. La quintana di Ascoli ricorda le sconfitte degli invasori e la liberazione dai saraceni nel Piceno.

Il terrazzamento inferiore

Il corridoio verde bordato di piante di limoni è impreziosito da nicchie e piccole fontane conduce ad una porta finestra, che è l’ingresso esterno al piano nobile della villa, quello con i saloni di rappresentanza.

Il Giardino Segreto

Qui si tenevano un tempo concerti di musici. In fondo una vasca tonda in travertino, con al centro una colonna romana, circondata da sette ulivi. Il 7 è usato come simbolo esoterico della perfezione ed equilibrio.

La scalinata monumentale dei leoni

Una rapida scalinata in travertino sale verso il bosco, e permette di cambiare ancora la scenografia, immergendo gli ospiti in un ambiente medievale, ripreso dal convento domenicano del 1400. A metà della scalinata un cancello in ferro apre ai visitatori il terzo livello dei terrazzamenti, con una porta finestra che dà accesso alle stanze della villa. Il terrazzo è un giardino all’italiana con piccole aiuole.

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La Villa occasionalmente viene aperta per le giornate di primavera del FAI e, su richiesta, per gruppi di visitatori privati o per l’organizzazione di eventi culturali.

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